FISIOLOGIA DELL’IDRATAZIONE CORNEALE

In condizioni fisiologiche, l’idratazione dello stroma corneale è intorno al 78%. Una porzione di stroma posto in acqua distillata si imbibisce e si rigonfia, raggiungendo un’idratazione del 98%.
Poiché la cornea ha una grande tendenza ad imbibirsi di acqua e rigonfiarsi, nel mantenere la cornea relativamente deidratata giocano un importante ruolo l’epitelio e, soprattutto, l’endotelio.

L’epitelio della cornea agisce come barriera al flusso di acqua dal fluido lacrimale allo stroma. Un edema localizzato che circonda un’abrasione corneale costituisce un esempio di imbibizione stromale di acqua che si verifica in presenza di discontinuità dell’epitelio. Il film lacrimale normalmente copre le microscopiche irregolarità della superficie corneale (microvilli), determinando una superficie otticamente liscia.
Pertanto l’edema corneale si manifesta inizialmente come edema epiteliale, dando origine ad irregolarità della superficie e di conseguenza alterazioni del visus.
Il film lacrimale può influenzare l’idratazione dello strato epiteliale: quando le palpebre sono aperte, il film lacrimale diventa ipertonico rispetto all’epitelio, e ciò genera un flusso di acqua verso la superficie.
Diversi aspetti seguono queste osservazioni: un paziente con un edema epiteliale presenterà maggiori disturbi la mattina dopo il risveglio. La visione migliora progressivamente durante il giorno, effetto dovuto in parte all’evaporazione della componente acquosa del film lacrimale.
L’endotelio gioca il ruolo principale nel mantenere la cornea in un adeguato stato di idratazione che garantisce la trasparenza corneale. Le cellule endoteliali della cornea negli adulti non hanno una capacità di riprodursi. Esse diminuiscono con l’età; il loro numero è anche legato allo stato di salute (diabete), ad altre situazioni come traumi corneali ed interventi chirurgici che possono ridurre il numero di cellule endoteliali.

EVOLUZIONE DELL’EDEMA CORNEALE

Un edema clinicamente evidente comincia dal centro della cornea e si diffonde alla periferia. Con l’avanzare dell’edema stromale a coinvolgere l’epitelio, il sollevamento microbolloso dell’epitelio comincia a far diminuire l’acuità visiva. Esordisce così la cheratopatia bollosa. Quando queste bollicine si rompono, il paziente sperimenta una sensazione di corpo estraneo o di dolore, che può essere alleviato da lubrificanti, dall’occlusione o da lenti a contatto morbide. Di fondamentale importanza è la prevenzione o il trattamento dell’edema, prima che esso crei gravi alterazioni corneali o dolori e sintomi di rilevanza clinica.

TERAPIA DELL’EDEMA CORNEALE

Idealmente, un trattamento dell’edema corneale, che si può presentare con decremento del visus e dolore, dovrebbe essere diretto al recupero visivo ed eliminazione del discomfort. Per raggiungere questi obiettivi, i clinici possono utilizzare diversi approcci farmacologici o chirurgici. L’approccio terapeutico all’edema corneale è causale. Quando l’edema è causato da una elevata pressione oculare o da altra patologia bisogna innanzitutto risolvere la causa primaria (mediante farmaci ipotensivi, ecc.).
Se la causa dell’edema è una severa infiammazione del segmento anteriore, in molti casi l’edema è reversibile attraverso una soppressione dell’infiammazione (a meno che non si siano verificati danni irreversibili all’endotelio).
Il corretto posizionamento delle lenti a contatto sarà la cura per quelle situazioni causate da un uso improprio. La terapia specifica per l’edema corneale consiste, a livello topico, nellinstillazione di colliri, detti iperosmotici, capaci di ‘richiamare’ acqua dalla cornea verso la superficie (osmoterapia). Se l’edema è causato da uno scompenso endoteliale, la soluzione definitiva è la sostituzione dello stato mediante un trapianto lamellare profondo.

AGENTI IPEROSMOTICI TOPICI

Sono soluzioni o gel oftalmici iperosmotici finalizzati al trattamento dell’edema corneale di varia origine. Rimuovendo il liquido in eccesso, esse producono un rischiaramento della cornea specialmente nei primi stadi dell’edema epiteliale.
Ad essi non è ascrivibile un’azione farmacologica ma un’attività normalizzante della pressione osmotica tissutale, in particolare subito dopo interventi chirurgici sull’occhio.
In decenni di largo impiego di preparati ad attività iperosmotica, impiegati topicamente nel sacco congiuntivale, si è dimostrato che essi presentano:

nessuna reazione avversa seria
nessuna tossicità anche per trattamenti protratti
nessuna attività irritante o allergizzante
una ottimale tollerabilità locale

Le soluzioni di cloruro di sodio ipertoniche sono di solito utilizzate quando è necessario effettuare un’instillazione ripetuta. Dopo l’instillazione l’effetto osmotico inizia nel giro di pochi minuti e dura per 1-2 ore. La soluzione al 35% di glucosio è un gel denso, altamente osmotico, utile nei casi di marcata componente edematosa della congiuntiva. E’ consigliato per uso notturno.

MECCANISMO DI AZIONE DEGLI AGENTI IPEROSMOTICI

I preparati iperosmotici possono essere somministrati topicamente nel sacco congiuntivale al fine di aumentare la pressione osmotica delle lacrime. In seguito a somministrazione di questo tipo di preparati si crea un gradiente osmotico per cui il liquido extracellulare risulta ipertonico rispetto ai liquidi intracellulari e agli altri liquidi biologici extracellulari dai quali è separato da una membrana semipermeabile (membrana cellulare).
Le lacrime, rese ipertoniche, richiamano l’eccesso di acqua dal tessuto corneale riducendone lo stato edemigeno. L’acqua che fuoriesce dalla cornea a causa del gradiente osmotico viene poi drenata mediante le vie lacrimali. L’effetto massimale è ottenuto se i preparati iperosmotici si somministrano ad intervalli regolari. La riduzione dell’edema corneale può lenire così il discomfort oculare e la irritazione causata dall’edema stesso.