Cause del cheratocono
Anche se le cause non sono ancora del tutto note, si pensa che talvolta la patologia dipenda anche dallo strizzare o strofinare gli occhi, mentre non è ancora chiaro se siano determinanti gli aspetti genetici. Ad ogni modo i geni responsabili della malattia alterano il regolare ricambio delle fibre collagene della cornea, normalmente sostituite in modo continuo dal nostro corpo.
La patologia comporta invece uno squilibrio tra produzione e degradazione delle suddette fibre dello stroma corneale con conseguente diminuzione della resistenza meccanica della cornea e dunque una sua deformazione.
Il cheratocono potrebbe essere associato ad altre malattie fra cui patologie del tessuto connettivo, dermatite atopica, retinite pigmentosa, ma solitamente si presenta come patologia isolata.
Quali sono i sintomi del Cheratocono?
Nelle fasi iniziali, i sintomi principali del Cheratocono sono simili a quelli di una miopia: sfocatura della visione specialmente quando su guarda lontano.
Con l’avanzare della patologia, la qualità dell’immagine peggiora ma soprattutto si apprezzano sbavature e distorsioni delle immagini, specie di notte; in particolare si notano aloni “oblunghi e distorti“ delle luci, immagini doppie e deformazione delle immagini rette.
L’affaticamento visivo che si viene a creare, a qualunque distanza di visione, fa si che sia necessario socchiudere gli occhi per cercare di mettere meglio a fuoco le immagini.
Come curare il Cheratocono?
Esistono diversi tipi di intervento che si possono mettere in atto per migliorare la vista dei pazienti di Cheratocono:
- Terapia Laser “Cross-Linking”.
- Anelli Intrastromali (INTACS): prevede l’inserzione nello spessore della cornea di due semi-anelli di materiale inerte per rinforzare meccanicamente la cornea. Non sarà possibile eliminare gli occhiali ma la maggiore regolarità della cornea permette di utilizzarli al meglio.
- Cheratoplastica: nei casi più gravi si rende necessario il trapianto di cornea (cheratoplastica). L’intervento di microchirurgia dura al massimo un’ora e mezza e può essere fatto sia in anestesia generale che locale.
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Cross Linking (come curare)
E’ una metodica scarsamente invasiva che mira a bloccare la progressione del cheratocono evitando o ritardando il trapianto di cornea. Si ottiene un indurimento della cornea attraverso semplici processi biochimici localizzati e privi di effetti collaterali:
Si instilla un anestetico topico in collirio; l’epitelio corneale viene asportato; si procede successivamente ad instillare una soluzione oftalmica a base di vitamina B2 sulla superficie corneale per 30 minuti; a questo punto viene irradiata la superficie oculare, ricoperta dalla soluzione. La luce utilizzata deve avere una lunghezza d’onda sufficiente a far reagire la vitamina B2.
Tale reazione determina il rinforzo delle fibre collagene corneali.