Cos’è l’occlusione e quando viene utilizzata
L’occlusione è una tecnica terapeutica oftalmologica utilizzata per stimolare la funzione visiva dell’occhio più debole in condizioni come ambliopia (comunemente nota come “occhio pigro”) e per il trattamento di alcuni tipi di strabismo. Nei pazienti affetti da ambliopia, l’occhio con visione ridotta tende a essere soppresso dalla corteccia visiva, e la rieducazione funzionale richiede un’esclusione temporanea dell’occhio dominante.
Il trattamento con occlusione deve essere prescritto e monitorato da uno specialista in oftalmologia o ortottica, con piani individualizzati in base all’età, alla patologia e alla risposta del paziente. È uno degli approcci più consolidati e supportati da evidenza clinica nel trattamento precoce dei disturbi binocolari, in particolare nei bambini con deficit visivi unilaterali.
Tipi di occlusione: quali sono e come funzionano
Esistono diverse modalità di occlusione, distinte principalmente in base alla modalità di copertura dell’occhio migliore. Le principali sono:
- Occlusione totale: si utilizza una benda o patch adesiva che copre completamente l’occhio dominante, impedendo qualsiasi percezione visiva. È la forma più efficace in ambliopie gravi o nei bambini di età prescolare.
- Occlusione parziale o filtro penalizzante: consiste nell’applicare un filtro su un occhiale (ad esempio con filtro Bangerter), che riduce solo parzialmente la visione dell’occhio dominante, lasciandolo attivo ma in posizione svantaggiata.
In alternativa, si possono utilizzare tecniche farmacologiche (ad esempio l’atropina topica) per penalizzare temporaneamente la vista dell’occhio dominante in modo non invasivo, ma questo rientra in protocolli specifici con indicazioni ben precise.
Occlusione nei bambini: efficacia e tempistiche
Nel bambino, soprattutto nei primi anni di vita, la plasticità del sistema visivo è elevatissima. L’età ottimale per iniziare il trattamento occlusivo è tra i 2 e i 7 anni, con percentuali di successo superiori al 75% se il trattamento viene iniziato precocemente (American Association for Pediatric Ophthalmology and Strabismus).
Il protocollo standard prevede un numero di ore giornaliere di occlusione specifiche a seconda della gravità del deficit:
- 6 ore al giorno in ambliopie moderate
- Fino a 2 ore in casi lievi
- Fino a 10 ore nei casi più gravi, sotto stretto controllo
La costanza nell’applicazione è fondamentale. L’occlusione deve essere svolta mentre il bambino è sveglio e svolge attività visive (gioco, lettura, compiti). Trattamenti discontinui o scarsa aderenza portano a risultati inferiori o a regressione dei miglioramenti.
Occlusione negli adulti: esistono indicazioni?
Nei soggetti adulti, la plasticità neurale visiva è molto più ridotta, il che limita l’efficacia dell’occlusione per ambliopia sviluppata nell’infanzia. Tuttavia, ci sono condizioni in cui si ricorre a occlusione anche in età adulta: ad esempio, per trattare sintomi di diplopia (visione doppia persistente) in seguito a paralisi di un muscolo oculare o in alcuni casi di strabismo incompatibile con l’adattamento binoculare.
In queste situazioni, l’occlusione mira a eliminare temporaneamente l’interferenza visiva proveniente dall’occhio deviato, migliorando la qualità della vita del paziente. Si possono usare occlusori traslucidi, pellicole su occhiali o filtri ottici, in modo reversibile e controllato.
Rischi associati al trattamento: quando prestare attenzione
Se da un lato il trattamento con occlusione è estremamente utile e spesso risolutivo, dall’altro comporta dei potenziali effetti collaterali se mal gestito. Il più comune è il cosiddetto effetto di occlusione inversa, per cui l’occhio precedentemente sano comincia a peggiorare, se occluso per troppo tempo o senza monitoraggio adeguato.
Altri rischi sono:
Scarsa compliance : soprattutto nei bambini, indossare una benda può causare fastidio, senso di esclusione o demotivazione, specialmente se non adeguatamente supportati dalla famiglia e dagli operatori scolastici. Problemi di adattamento visivo : in pazienti adulti può derivarne una disorganizzazione visiva temporanea.
Per evitare complicanze, i follow-up oculistici periodici sono essenziali — tipicamente ogni 4–6 settimane durante il trattamento intensivo — per valutare i progressi ed effettuare aggiustamenti.
Integrazione con altri trattamenti
L’occlusione può essere integrata con altri approcci terapeutici per migliorare l’efficacia visiva, soprattutto nei bambini. I più evidenti sono:
Esercizi ortottici specifici: mirano a migliorare la capacità di fusione, la percezione della profondità e il coordinamento oculo-motorio, affiancandosi all’opera di stimolazione funzionale attivata dall’occlusione.
Correzione ottica con occhiali: quando è presente un difetto refrattivo sottostante (come miopia, ipermetropia o astigmatismo), è fondamentale correggerlo in modo adeguato prima di procedere con qualsiasi occlusione.
Occlusione e supporto familiare: elementi chiave per il successo
Nel trattamento ambulatoriale domiciliare con occlusione, il ruolo della famiglia è determinante. Favorire la collaborazione del bambino tramite il gioco, il rinforzo positivo e spiegazioni comprensibili migliora fortemente la compliance e i risultati clinici.
Possono essere utili strumenti di monitoraggio “a casa”, come i diari di bendaggio, in cui si annotano le ore giornaliere di occlusione, osservazioni e reazioni del bambino. Anche la scuola può partecipare, autorizzando e supportando l’uso della benda o filtro durante l’orario scolastico.
Prospettive future e innovazioni terapeutiche
Negli ultimi anni, alcuni studi hanno esplorato metodiche alternative e digitali per il trattamento dell’ambliopia, come l’impiego di realtà virtuale, videogiochi terapeutici o occhiali elettronici regolabili. Tuttavia, l’occlusione resta il gold standard terapeutico per i casi diagnosticati precocemente, grazie alla sicurezza, reversibilità e comprovata efficacia.
Uno studio clinico pubblicato sul JAMA Ophthalmology ha confermato che, nei bambini tra 3 e 7 anni, il trattamento classico con occlusione ottiene almeno un miglioramento di due linee sulla scala visiva in oltre l’80% dei soggetti, rendendolo una risorsa irrinunciabile.
Conclusioni operative per pazienti e caregiver
Il trattamento con occlusione è un presidio terapeutico efficace e sicuro, se effettuato con controllo specialistico e supporto familiare. La diagnosi precoce è il primo passo per evitarne l’impiego in età avanzata, dove risulta meno efficace. Per questo è fondamentale non trascurare screening visivi nei primi anni di vita.
Per adulti con problemi di diplopia o visione doppia post-traumatica o neurologica, l’occlusione può essere un’opzione temporanea per migliorare il comfort visivo, in attesa di riabilitazione funzionale o eventuale trattamento chirurgico.
Affidarsi a centri specialistici oftalmologici con esperienza in ortottica e patologie visive dello sviluppo garantisce i migliori risultati clinici e riduce il rischio di effetti collaterali evitabili.