Cos’è la maculopatia sierosa centrale

La maculopatia sierosa centrale è una patologia retinica che colpisce la zona centrale della retina, chiamata macula, responsabile della visione nitida e dei dettagli. Questo disturbo visivo è caratterizzato da un accumulo anomalo di fluido sotto la retina, che provoca il sollevamento della macula e la conseguente distorsione della visione centrale.

Colpisce principalmente uomini tra i 30 e i 50 anni, ma può manifestarsi anche nelle donne. Sebbene spesso si presenti in forma acuta e autolimitante, in una minoranza di casi può diventare cronica, con un impatto significativo sulla qualità della vista.

Sintomi: quando sospettare la maculopatia sierosa centrale

I sintomi della maculopatia sierosa centrale emergono in modo repentino e sono percepibili soprattutto nell’occhio dominante. Gli adulti, specie quelli con problemi visivi pregressi, tendono a notare subito anche piccole variazioni. I segnali più comuni includono:

    • Visione centrale sfocata o offuscata
    • Metamorfopsia: percezione distorta delle linee rette che appaiono curve
    • Macchia grigia o scura al centro della visione (scotoma centrale)
    • Riduzione della sensibilità ai colori
    • Difficoltà nella lettura o nel riconoscere i volti

In genere, la visione periferica rimane intatta. In presenza di questi sintomi è essenziale una valutazione oculistica tempestiva, soprattutto per coloro che già convivono con altri disturbi visivi come degenerazioni maculari o retinopatie.

Cause e fattori di rischio

Le cause esatte della maculopatia sierosa centrale non sono ancora del tutto comprese, ma diversi studi hanno individuato vari fattori di rischio. Il ruolo dello stress cronico è tra i più documentati. Un’eccessiva produzione di cortisolo, l’ormone legato allo stress, sembra infatti peggiorare la permeabilità dei vasi coroideali, favorendo l’accumulo di liquido sotto la retina.

Tra i principali fattori di rischio identificati:

    1. Stress psico-fisico cronico
    2. Assunzione frequente di corticosteroidi (oralmente, per via topica o inalatoria)
    3. Disturbi del sonno (insonnia, apnea notturna)
    4. Profilo di personalità tipo A: persone iperattive, competitive, sotto costante pressione
    5. Ipertensione arteriosa e alterazioni cardiovascolari

Diverse evidenze, come quelle dettagliate dalla American Academy of Ophthalmology, suggeriscono che la patologia sia più frequente nei soggetti giovani-adulti maschi, ma non è rara anche nei pazienti over 50, specialmente se sotto terapie steroidee prolungate.

Diagnosi: strumenti moderni e affidabilità

Per confermare la diagnosi di maculopatia sierosa centrale, l’oculista si avvale di diverse tecnologie di imaging. La più utile è l’OCT (Tomografia a Coerenza Ottica), che consente di ottenere sezioni retiniche dettagliate e identificare l’accumulo di liquido a livello submaculare. L’OCT è completamente non invasiva e rapidissima, quindi adatta anche a pazienti anziani o debilitati.

Nei casi dubbi o quando si sospetta un’evoluzione cronica, si ricorre alla angiografia retinica con fluoresceina o alla angiografia con verde indocianina. Quest’ultima, in particolare, aiuta a individuare le alterazioni a livello della coroide, spesso coinvolte nella patogenesi cronica della malattia.

L’impiego di questi esami consente non solo di distinguere la maculopatia sierosa centrale da altre condizioni, come maculopatia legata all’età o retinopatie infiammatorie, ma anche di pianificare in modo preciso la gestione terapeutica.

Gestione e trattamenti: approccio personalizzato

Nella forma acuta della maculopatia sierosa centrale, che rappresenta circa il 70–80% dei casi secondo dati pubblicati dalla National Library of Medicine, il trattamento iniziale consiste nel semplice monitoraggio. In molti soggetti il liquido si riassorbe spontaneamente entro 2–3 mesi, con recupero completo della funzione visiva.

Tuttavia, nei casi persistenti o recidivanti è utile intervenire con strategie mirate:

1. Modifica dei fattori di rischio

Il controllo dello stress attraverso tecniche cognitive, rilassamento, gestione del sonno e riduzione dell’uso di cortisonici (sotto stretta supervisione medica) rappresenta il primo approccio costruttivo alla gestione della forma cronica.

2. Terapia laser sotto soglia (micropulsata)

Indicata per liquido persistente nella regione maculare, questa metodica aiuta a migliorare il riassorbimento senza danneggiare il tessuto retinico. È spesso ben tollerata anche dai pazienti anziani o ipovedenti.

3. Farmaci sistemici

In casi selezionati, l’uso di eplerenone o spironolattone può ridurre l’edema maculare modulando la permeabilità vascolare. Questi farmaci non sono usati in prima linea, ma hanno mostrato efficacia nei casi cronici refrattari.

4. Terapie fotodinamiche

La fotodinamica con verteporfina, sebbene non sempre disponibile, resta una strategia efficace nei casi più complessi, specialmente nei soggetti con recidive continue o alterazioni vascolari sottostanti evidenziate in angiografia.

Quando la maculopatia sierosa centrale diventa cronica

Se il liquido sottoretinico rimane per oltre 4–6 mesi, si parla di forma cronica. Questa tipologia può provocare danni permanenti alla retina e un calo visivo irreversibile. Nei soggetti già affetti da maculopatie eredofamiliari o che presentano altre patologie oculari degenerative, le probabilità di cronicizzazione aumentano.

L’evoluzione cronica comporta un monitoraggio oftalmologico stretto, anche con visite ogni 2 mesi, e l’eventuale combinazione di diverse terapie per preservare la funzione maculare e contrastare eventuali lesioni pigmentate che possono comparire a lungo termine.

Impatto sulla qualità visiva e strategie di supporto

La maculopatia sierosa centrale, anche nella sua forma risolta, può lasciare un’alterata percezione del contrasto e una certa difficoltà nello svolgere attività come lettura prolungata, guida notturna o uso di dispositivi elettronici. Gli strumenti di ingrandimento ottico, i filtri selettivi per la luce blu e le lenti schermanti possono offrire valido aiuto.

Nei pazienti anziani o con problematiche visive preesistenti, è consigliabile un percorso di riabilitazione visiva attraverso centri specializzati, per sfruttare al massimo le capacità visive residue e mantenere un buon livello di autonomia.

Prevenzione e controlli regolari

Sebbene non esista una prevenzione assoluta, è possibile ridurre le probabilità di insorgenza o recidiva attraverso:

Gestione attiva dello stress. Evita l’assunzione non necessaria di corticosteroidi. Sorveglianza della salute cardiovascolare. Controlli oftalmologici regolari, specie dopo i 40 anni o in presenza di familiarità per maculopatie.

Per chi ha già avuto un episodio, sono fondamentali le visite periodiche con OCT, anche in assenza di sintomi, soprattutto nei primi 12 mesi dopo il primo evento.

Osservazioni finali

Riconoscere tempestivamente i sintomi della maculopatia sierosa centrale e accedere a una valutazione specialistica sono passaggi cruciali per preservare la visione. Grazie a tecnologie diagnostiche sempre più precise e terapie conservative efficaci, è oggi possibile intervenire con successo anche nei casi più ostinati, migliorando la prognosi visiva a lungo termine.