Che cos’è la cantopessia e perché si esegue

La cantopessia è un intervento chirurgico volto a correggere la posizione e il tono del canto laterale dell’occhio, ovvero l’angolo esterno dove la palpebra superiore incontra quella inferiore. Questo trattamento viene spesso scelto per rafforzare la stabilità della palpebra inferiore, migliorare la funzione palpebrale o per ottenere un risultato estetico più armonioso, soprattutto nei pazienti adulti con lassità o alterazione dell’orientamento del margine palpebrale.

Con il passare del tempo, o in seguito a eventi come interventi chirurgici, traumi o patologie, il canto laterale dell’occhio può perdere tonicità, causando problemi funzionali come eccessiva lacrimazione, esposizione della sclera (la parte bianca dell’occhio) o alterazioni dell’estetica oculare. La cantopessia consente di riposizionare le strutture anatomiche in modo più stabile e simmetrico rispetto al lato controlaterale.

Quando è indicata la cantopessia

La cantopessia è indicata principalmente in tre contesti clinici:

1. Lassità palpebrale

Con l’invecchiamento o il rilassamento tissutale, l’angolo palpebrale esterno può abbassarsi, producendo un aspetto “cadente” dell’occhio. Questo non solo altera l’estetica, ma può compromettere anche la chiusura completa delle palpebre, esponendo la cornea a secchezza o infezioni. In questi casi, la cantopessia migliora il supporto palpebrale senza asportare tessuto.

2. Correzione di malposizioni

Alcuni pazienti adulti presentano ectropion o entropion, ovvero la rotazione verso l’esterno o l’interno della palpebra. Sebbene il trattamento principale per questi problemi includa tecniche specifiche (come la correzione chirurgica dell’entropion), la cantopessia è spesso associata per stabilizzare l’angolo laterale e prevenire recidive.

3. Scopo estetico

In un numero crescente di casi, la cantopessia viene richiesta anche per fini estetici, al fine di conferire allo sguardo un aspetto più disteso, simmetrico o giovanile. È una procedura che può essere eseguita da sola o in combinazione con altri interventi come blefaroplastica o cantoplastica.

Come si svolge l’intervento di cantopessia

La procedura può essere eseguita in anestesia locale con sedazione e ha una durata media di 30-45 minuti per lato. L’obiettivo è rinforzare il tendine cantale laterale, ancorandolo in modo adeguato alla parete dell’orbita (spesso alla cresta laterale dello zigomo) per ripristinare una forma palpebrale funzionale e naturale.

A differenza della cantoplastica, che comporta il taglio e la ricostruzione del canto laterale, la cantopessia è più conservativa perché non modifica l’anatomia originaria: si limita a rinforzarla. La scelta tra le due dipende dalle condizioni tissutali del paziente e dagli obiettivi funzionali o estetici.

Recupero post-operatorio e risultati attesi

Il recupero dopo cantopessia è in genere relativamente rapido. Nei primi giorni dopo l’intervento è normale avvertire:

    • Gonfiore e contusioni nella zona perioculare
    • Lieve fastidio oculare che si gestisce con analgesici comuni
    • Sensazione di trazione palpebrale, destinata a risolversi entro 1-2 settimane

Il paziente può tornare alle attività leggere entro pochi giorni, evitando però sforzi, trucco o esposizione al sole finché la zona non si stabilizza. I punti di sutura vengono generalmente rimossi dopo 7-10 giorni.

I risultati sono visibili già nelle prime settimane, ma il miglioramento definitivo si apprezza dopo 1-2 mesi, una volta che il gonfiore si è completamente risolto. In caso di necessità, la cantopessia può essere ripetuta o associata ad altri interventi di chirurgia palpebrale.

Benefici funzionali ed estetici della cantopessia

Per i pazienti adulti, la stabilizzazione dell’angolo palpebrale porta non solo benefici estetici ma anche un miglioramento oggettivo della funzione dell’occhio. I principali vantaggi includono:

    1. Maggiore protezione della superficie oculare, riducendo i rischi di cheratite da esposizione
    2. Contorno palpebrale più definito e simmetrico
    3. Miglior drenaggio lacrimale, con riduzione della lacrimazione reflex o continua
    4. Correzione dell’asimmetria causata da traumi o chirurgia precedente

In particolare, negli adulti con deficit muscolare o con lassità marcata, la cantopessia può rappresentare una alternativa meno invasiva rispetto a interventi più demolitivi. Inoltre, ha una bassa incidenza di complicazioni, soprattutto in mani esperte.

Controindicazioni e rischi

Come per ogni procedura chirurgica, esistono alcune indicazioni da valutare. La cantopessia non è indicata in caso di:

Infezioni attive della zona oculare. Severa instabilità tissutale (in questo caso può essere preferibile la cantoplastica). Altre patologie oculari che richiedono precedenza, come il glaucoma scompensato.

Le complicanze sono rare, ma possono includere asimmetria residua, eccessiva trazione del canto laterale o recidiva della lassità palpebrale. Il rischio operatorio può essere ridotto scegliendo un chirurgo oculoplastico esperto e seguendo le indicazioni post-operatorie.

Secondo un’indagine pubblicata su American Academy of Ophthalmology, l’associazione della cantopessia nei pazienti sottoposti a blefaroplastica migliora significativamente la soddisfazione estetica e riduce la necessità di ritocchi nel lungo periodo.

Differenze tra cantopessia, cantoplastica e blefaroplastica

È utile distinguere questi interventi, spesso confusi nei colloqui informativi:

Cantopessia

Intervento conservativo, non altera la forma del canto laterale ma lo rinforza. Utile in caso di lassità moderata, con minori segni visibili di intervento.

Cantoplastica

Procedura più invasiva, che prevede la ricostruzione chirurgica del canto laterale per ottenere un effetto diverso (es. allungare o modificare la forma dell’occhio). Maggiore impatto funzionale ed estetico.

Blefaroplastica

Riconfigurazione dei tessuti palpebrali, con rimozione della pelle e/o del grasso in eccesso. Spesso abbinata a cantopessia per evitare che la trazione dei tessuti modifichi erroneamente il canto laterale.

Il valore della diagnosi personalizzata

L’idoneità alla cantopessia va definita attraverso una valutazione oculoplastica completa. L’oculista o il chirurgo oculoplastico esamina il tono del tendine cantale, la dinamica della palpebra inferiore, la chiusura oculare e la posizione relativa delle strutture orbitali. In alcuni casi è necessario un supporto imaging dettagliato come foto ad alta risoluzione o analisi della funzione palpebrale in video.

Un esame approfondito esclude la presenza di condizioni sottostanti che potrebbero impedire o complicare l’intervento e aiuta a scegliere la tecnica più appropriata. Secondo un report dell’British Journal of Ophthalmology, una valutazione pre-operatoria standardizzata riduce del 33% le revisioni chirurgiche post-intervento in pazienti anziani trattati per lassità palpebrale.

La cantopessia, quando ben indicata, permette di preservare la funzione visiva e migliorare l’armonia dello sguardo, offrendo una soluzione di lunga durata con rischi contenuti. È una scelta sempre più apprezzata non solo per la sua efficacia, ma anche per la rapidità e la precisione dei risultati, particolarmente rilevante per chi ha già problemi visivi o oculopalpebrali.