- Presenza di borse palpebrali ben evidenti, dovute a protrusione del grasso orbitario;
- Rilassamento cutaneo che provoca un aspetto stanco o invecchiato;
- Problemi funzionali come epifora (lacrimazione eccessiva) associata a leggere rotazioni della palpebra (ectropion);
- Fastidi visivi causati da discontinuità del margine palpebrale o eccesso di cute lungo la rima inferiore.
- Approccio transcutaneo: tramite incisione esterna subito sotto la linea delle ciglia, adatto quando è necessario intervenire sia su cute che su muscolo;
- Approccio transcongiuntivale: incisione interna alla palpebra, senza cicatrici visibili, ideale per l’asportazione o la redistribuzione del grasso orbitario in pazienti più giovani o con buona elasticità cutanea.
- Misurazioni visive e fotografiche della rima palpebrale;
- Anamnesi farmacologica completa, soprattutto in presenza di anticoagulanti, corticosteroidi o colliri per glaucoma.
Cos’è la blefaroplastica della palpebra inferiore e quando è indicata
La blefaroplastica della palpebra inferiore è un intervento chirurgico eseguito da un chirurgo oculoplastico – ovvero un oculista specializzato in oftalmologia plastica – finalizzato alla rimozione o rimodellamento dei tessuti in eccesso (cute, muscolo e/o grasso) nella parte inferiore dell’occhio. Questa procedura è spesso richiesta per motivi estetici, ma in molti casi risulta clinicamente indicata per migliorare il campo visivo compromesso da palpebre rilassate o protruse.
Le indicazioni più comuni includono:
In una popolazione adulta con vista già compromessa da patologie oculari o modificazioni senili, un’alterazione strutturale della palpebra può amplificare il disagio funzionale. In questi casi, la blefaroplastica può avere un duplice beneficio: migliorare la visione periferica e donare naturalezza allo sguardo.
Come si svolge la blefaroplastica della palpebra inferiore
L’intervento può essere eseguito con diverse tecniche, scelte in base alla condizione clinica del paziente:
Entrambe le modalità possono essere accompagnate da una cantopessia, utile a ristabilire la tensione corretta del margine palpebrale laterale e a prevenire complicanze post-operatorie.
L’intervento si esegue generalmente in anestesia locale e ha una durata media di 45-90 minuti. In pazienti con comorbidità (come diabete o ipotiroidismo), può essere necessario un monitoraggio anestesiologico più accurato.
Risultati attesi e impatto sulla qualità visiva
Nei soggetti con problematiche visive preesistenti, la procedura può apportare un miglioramento sottile ma percepibile della qualità visiva, grazie all’alleggerimento della rima palpebrale e alla maggiore apertura funzionale dell’occhio. Sebbene non rappresenti un miglioramento ottico diretto, facilita la visione nel quotidiano.
Secondo studi pubblicati su Ophthalmic Plastic and Reconstructive Surgery, molti pazienti sottoposti a blefaroplastica riportano un aumento della tolleranza alla luce, maggiore comfort oculare e ampliamento del campo visivo periferico, benefici ancora più evidenti quando l’intervento è associato alla blefaroplastica superiore o alla cantoplastica.
Esteticamente, i risultati sono in genere molto soddisfacenti e consentono un recupero dell’espressività dello sguardo, spesso compromessa da accumuli di cute o da edema cronico periorbitario. Questo impatta positivamente anche sull’autostima, soprattutto negli anziani che già affrontano restrizioni visive o trattamenti per patologie oculari invalidanti.
Possibili rischi e complicanze da monitorare
Come ogni intervento chirurgico, anche la blefaroplastica può comportare dei rischi. Le complicanze più comuni, seppur poco frequenti in mani esperte, sono:
Edema persistente o ecchimosi marcate, generalmente transitorie ma più fastidiose nei pazienti fragili (ad esempio, chi assume anticoagulanti);. Ectropion post-operatorio, ovvero retrazione della palpebra che si allontana dal bulbo oculare, con ridotta lubrificazione naturale;. Asimmetrie palpebrali, più frequenti in pazienti con lassità tarsale o con tono muscolare ridotto;. In rari casi, deiscenza della ferita chirurgica o infezioni locali.
Un’accurata valutazione preoperatoria è fondamentale e dovrebbe includere:
– Valutazione del tono del muscolo orbicolare;
Recupero post-operatorio e adattamenti per chi ha problemi di vista
Durante il decorso post-operatorio, è consigliabile evitare l’esposizione a luce intensa e dormire con la testa sollevata per ridurre l’edema. Nei soggetti con patologie visive concomitanti, come maculopatie o forti difetti refrattivi, è utile predisporre fin da subito ausili visivi (lenti d’ingrandimento, software a contrasto elevato).
Il recupero visivo è solitamente rapido: già dopo 7 giorni si possono riprendere le attività quotidiane. La stabilità estetico-funzionale si raggiunge nell’arco di 4-6 settimane. Come raccomandato dalla Società Italiana di Oculoplastica, è importante evitare lo sfregamento oculare e l’uso prolungato di lenti a contatto nelle prime tre settimane dopo l’intervento.
Per i pazienti ipovedenti o con fragilità visiva, questo tipo di chirurgia rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le capacità residue e ottimizzare l’uso di strumenti digitali o ausili ingrandenti per la quotidianità.
A chi rivolgersi per valutare una blefaroplastica inferiore
La blefaroplastica deve essere sempre valutata da un chirurgo oculoplastico, cioè un oculista specializzato in chirurgia palpebrale. Una valutazione multidisciplinare è fondamentale nei pazienti con patologie oculari o sistemiche concomitanti. Nei casi in cui vi sia incertezza tra indicazione estetica e funzionale, può essere utile eseguire un esame del campo visivo e ottenere documentazione fotografica standardizzata (frontale e laterale).
Nei pazienti con blefarocalasi superiore associata, la correzione bilaterale può essere eseguita nella stessa seduta per ottenere un risultato più armonico. In ogni caso, è importante ricordare che la conformazione corretta delle palpebre è essenziale per:
Protezione della superficie oculare;. Regolare distribuzione del film lacrimale;. Riduzione del rischio di cheratiti o secchezza oculare cronica.
Considerazioni finali per chi ha fragilità visiva
La blefaroplastica della palpebra inferiore è più di un semplice intervento estetico: rappresenta un’opzione concreta per il benessere visivo complessivo, in particolare se inserita in un percorso clinico su misura per adulti con disfunzioni oculari. In presenza di borse marcate, alterazioni della lacrimazione o riduzione del campo visivo laterale, è opportuno valutare il consulto con un chirurgo oculoplastico.
Grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e al miglioramento dei protocolli perioperatori, oggi l’intervento è sicuro e prevedibile anche in pazienti non più giovani e con problematiche visive preesistenti, offrendo un miglioramento tangibile sia in termini funzionali che di qualità di vita.