Che cos’è l’abbassamento della vista e perché non va sottovalutato

Il termine abbassamento vista si riferisce a una perdita, graduale o improvvisa, della capacità visiva. Spesso colpisce persone adulte e anziane, ma può verificarsi a qualsiasi età. La compromissione visiva può influenzare profondamente la qualità della vita, riducendo l’autonomia nei piccoli gesti quotidiani, dalla lettura alla guida, fino al riconoscimento dei volti. È importante comprenderne le cause e intervenire tempestivamente per prevenire problemi più gravi, inclusa la cecità irreversibile.

Si stima che nel 2023 circa il 12% della popolazione italiana sopra i 65 anni soffrisse di un deficit visivo significativo (Istat). Con l’invecchiamento della popolazione, questi numeri sono destinati ad aumentare. Per questo motivo, riconoscere i sintomi iniziali di un abbassamento della vista è fondamentale per conservare una buona funzionalità visiva e agire in modo mirato.

Principali cause dell’abbassamento della vista

Le cause possono essere molteplici e spesso legate a patologie oculari, condizioni sistemiche o traumi. Le più comuni includono:

    • Cataratta: opacizzazione del cristallino che comporta una progressiva sfocatura della visione, tipica dell’età avanzata.
    • Degenerazione maculare legata all’età (AMD): malattia della retina centrale che riduce le capacità visive centrali, fondamentale per leggere o riconoscere i volti.
    • Glaucoma: aumento della pressione intraoculare che danneggia il nervo ottico, inizialmente compromettendo il campo visivo periferico.
    • Retinopatia diabetica: complicanza del diabete che colpisce i vasi sanguigni della retina, portando anche a emorragie oculari.
    • Alta miopia, uveite o trauma oculare: condizioni che possono interferire direttamente con la ricezione e trasmissione della luce nell’occhio.

Vi sono anche cause sistemiche che influenzano la vista, tra cui l’ipertensione, l’ictus e l’sclerosi multipla. In tali casi, l’abbassamento visivo può essere un sintomo secondario ma indicativo di patologie più ampie.

Segnali da non ignorare

Riconoscere precocemente i segnali di un abbassamento vista può fare la differenza tra una condizione gestibile e una forma avanzata difficile da trattare. I sintomi più comuni includono:

  • Difficoltà nel mettere a fuoco da vicino o da lontano, anche indossando occhiali correttivi.
  • Percezione sbiadita dei colori o visione offuscata.
  • Necessità crescente di luce per leggere o lavorare da vicino.
  • Perdita della visione centrale o laterale, distorsione delle immagini.
  • Presenza di corpi mobili (“mosche volanti”) o flash luminosi improvvisi.
  • Episodi ricorrenti di occhi arrossati, stanchi o sensibili alla luce.

Molti adulti, soprattutto sopra i 50 anni, tendono a minimizzare questi segnali, attribuendoli semplicemente all’età. Tuttavia, secondo l’Associazione Italiana Giovani Avvocati, in Italia una persona su quattro con sintomi visivi rilevanti tende a rimandare la visita oculistica oltre i 12 mesi, riducendo le possibilità di intervento tempestivo.

Diagnosi: esami utili per individuare il problema

Quando si manifesta un abbassamento della vista, è indispensabile rivolgersi a un oculista per effettuare valutazioni diagnostiche approfondite. Gli esami chiave includono:

    1. Esame dell’acuità visiva: misura la nitidezza della vista a diverse distanze.
    2. Esame del fondo oculare: consente di osservare direttamente retina, macula e nervo ottico.
    3. Tonometria oculare: utile per rilevare eventuali pressioni intraoculari sospette di glaucoma.
    4. OCT (tomografia a coerenza ottica): tecnica ad alta risoluzione per visualizzare le strutture retiniche.
    5. Campo visivo computerizzato: per identificare eventuali riduzioni periferiche legate a glaucoma o patologie neurologiche.

L’uso combinato di queste tecnologie consente oggi una diagnosi precoce e accurata di quasi tutte le principali patologie oculari correlate all’abbassamento vista.

Opzioni per gestire e rallentare il calo visivo

Il trattamento varia in base alla causa sottostante, ma in generale l’obiettivo è preservare la funzione visiva, limitarne il peggioramento e, quando possibile, migliorarla. Ecco alcune soluzioni:

Occhiali e ausili visivi

Gli occhiali con lenti correttive restano uno strumento efficace, specie nei casi di presbiopia o miopia. In presenza di patologie più complesse, si possono utilizzare lenti speciali con filtri protettivi o ingrandenti. I sistemi ottici ingrandenti (lenti telescopiche, videoingranditori) offrono oggi ai pazienti ipovedenti strumenti tecnologici altamente personalizzabili per leggere, scrivere o guardare la TV.

Trattamenti farmacologici

Certe malattie retiniche, come l’AMD umida, richiedono iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF che rallentano la compromissione della macula. Anche i colliri per il controllo della pressione intraoculare sono fondamentali per arginare il glaucoma.

Chirurgia oculare

La chirurgia della cataratta è tra gli interventi più comuni e risolutivi: l’asportazione del cristallino opacizzato e l’impianto di una lente artificiale restituiscono, nella maggioranza dei casi, una qualità visiva ottimale. Per il glaucoma, esistono tecniche chirurgiche e microchirurgiche (come i micro-stent) impiegate quando la terapia farmacologica non è efficace.

Rehabilitazione visiva

Per i soggetti con deficit permanenti, la riabilitazione visiva guidata da personale specializzato permette di ottimizzare l’uso delle capacità residue. Vengono impiegate tecniche di training visivo, strumenti digitali e percorsi personalizzati per mantenere la maggiore autonomia possibile nelle attività quotidiane.

Prevenzione e controlli regolari: la chiave per proteggere la vista

Proteggere la vista significa anche mantenere uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli regolari. Gli oculisti raccomandano un esame completo ogni 1-2 anni dopo i 40 anni, e annuale dopo i 65. Chi soffre di diabete, ipertensione o ha una familiarità per malattie oculari dovrebbe aumentare la frequenza degli screening.

Tra i comportamenti utili alla prevenzione troviamo:

Usare occhiali da sole con filtro UV per proteggere la retina dai raggi ultravioletti. Mantenere sotto controllo il diabete e la pressione arteriosa. Seguire una dieta ricca di antiossidanti (frutta, verdura, pesce azzurro). Sospendere il fumo, noto per accelerare la degenerazione maculare. Limitare l’esposizione prolungata a schermi digitali senza pause.

Secondo la World Health Organization, oltre l’80% dei casi di disabilità visiva nel mondo è prevenibile o trattabile. Investire nella salute visiva attraverso comportamenti consapevoli è quindi essenziale per mantenere benessere e autonomia nel tempo.

Uno sguardo oltre: tecnologie emergenti e accessibilità

Il mondo della cura visiva sta evolvendo rapidamente. Dispositivi di intelligenza artificiale per la lettura del fondo oculare, retine artificiali sperimentali e sistemi indossabili che fungono da “occhi digitali” sono realtà ormai consolidate in diversi centri specializzati. Parallelamente, le innovazioni per la accessibilità (app vocali, ingranditori portatili, assistenti digitali con OCR) stanno aprendo nuove prospettive di autonomia anche nella fascia di popolazione ipovedente grave.

Sistemi di telemedicina, oggi sempre più diffusi, consentono inoltre monitoraggi a distanza per patologie croniche come il glaucoma o la degenerazione maculare. Questo approccio è particolarmente utile per pazienti con mobilità ridotta che rischierebbero di saltare visite cruciali per il mantenimento della funzione visiva residua.

Affrontare l’abbassamento vista in modo consapevole significa dunque agire su più livelli: medico, tecnologico e comportamentale. In un mondo dove la popolazione invecchia rapidamente, garantire una vista efficiente il più a lungo possibile è una priorità sia individuale che sanitaria. Un investimento in prevenzione oggi può significare indipendenza e qualità della vita domani.